(…) Dopodiché guido Scarabottolo fa una mostra con
Luigi Belli, il ceramista, che sono sicuro vi piacerebbe conosciuto di persona. Lavorano da lontano (lui sta a tarquinia) senza quasi parlare, guidati dalle cose: una bella esperienza. Li unisce l’amore per l’ironia, quell’ironia giusta, calcolata, soppesata che non respinge, intriga. Mettono insieme le ombre opache ritagliate nel ferro grezzo con gli organi di lucida ceramica calamitati come per fissarli al frigorifero con la lista della spesa. ci si sente conquistati da questi accostamenti stravaganti, divertiti e indagatori che arrivano profondo e mettono insieme mitologia (guido) e anatomia (Luigi), antropologia (guido) e erotismo (Luigi) come se fossero le discipline più compatibili e naturali della terra.
Michele de Lucchi
(dal catalogo ‘Luogo comune’, edito per la mostra omonima di Luigi Belli e Guido Scarabottolo, Galleria l’Affiche, Milano, 2016)